Compositore italiano. Studiò canto e composizione a Firenze sotto la
guida del madrigalista C. Malvezzi, maestro di cappella in San Lorenzo. Fu
attivo alla corte di Mantova per alcuni anni a partire dal 1584;
successivamente, nel 1589, iniziò a lavorare presso la corte medicea,
dove divenne "principale direttore della musica e dei musici". Convinto
assertore di uno stile operistico il più vicino possibile al "parlar
comune", entrò in polemica con G. Caccini, il quale rivendicava come sua
la creazione dello stile recitativo, o "recitar cantando", tipico della Camerata
fiorentina, di cui entrambi i musicisti facevano parte. Gran parte della
produzione del
P. è andata perduta. Delle composizioni giunte sino
a noi ricordiamo: la favola pastorale
Dafne (1598), musicata in
collaborazione con J. Corsi su libretto di O. Rinuccini, della quale conserviamo
pochi brani; l'opera
Euridice, comprendente anche alcuni pezzi del
Caccini, rappresentata nel 1600 a Palazzo Pitti in occasione delle nozze di
Maria de' Medici con Enrico IV di Francia; la raccolta
Le varie musiche
(1609) comprendente pezzi per le feste di corte (balli, intermedi, ecc.) (Roma
1561 - Firenze 1633).